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LE EMOZIONI
ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA
Tiziana Corsini
Formato cm 20 x 29 - Pagg.
248 - Copertina
a colori - Interno in bianco e nero
Prezzo € 49,00 - ISBN 978-88-87878-93-6
Negli ultimi anni, nella scuola dell’infanzia, il tema delle
emozioni ha assunto un interesse sempre maggiore, sviluppando un dibattito
molto vivace e l’esigenza di pianificare attività per rendere centrale la
dimensione affettiva del bambino.L’attenzione
degli insegnanti al benessere psicofisico fin dalle prime epoche di sviluppo ha
permesso di integrare la dimensione della socializzazione a quella
dell’apprendimento delle emozioni, sempre più convinti del concetto che
intelletto ed emozioni non sono aspetti completamente separati.
Inoltre,
la passione e la competenza degli insegnanti della scuola dell’infanzia hanno
permesso di progettare in varie forme un lavoro sulle emozioni, consapevoli che
questo possa offrire grandi benefici sia al bambino che al gruppo e in più
permetta anche di accorgersi di alcune problematiche del comportamento che
insorgono nel bambino quando le emozioni non vengono riconosciute e gestite in
maniera adeguata.
Spesso
infatti i bambini sono iperstimolati e dall’esterno vengono bombardati di
informazioni difficili da integrare, alle quali faticano a trovare una
collocazione.
I tanti
contenuti sono spesso complessi, sempre diversi e rischiano di occupare tanto
spazio nella mente del bambino. In queste condizioni, i contenuti emotivi
rischiano di essere “sacrificati”, come se la mente fosse una bellissima
scatola troppo piena, dove gli oggetti si comprimono l’un l’altro.
Le
emozioni infatti hanno molteplici sfumature, sono diverse dalle sensazioni
fisiche, ma come la fame o la sete, le prime volte che vengono provate, hanno
difficoltà ad essere riconosciute.
Le
emozioni quindi sono per il bambino importanti scoperte da mettere in relazione
con le cause che le hanno generate.
Comprendere
che il pianto ad esempio, può essere messo in relazione non al dolore fisico ma
a quella che si chiama “tristezza”, permette al bambino di imparare anche a
chiedere aiuto e consolazione, e poi la tristezza passerà!
La scuola
dell’infanzia rappresenta per il bambino una finestra sul mondo che gli offre l’opportunità
di operare una sorta di passaggio dalla fase di accudimento totalizzante legato
alla famiglia d’origine, verso forme di interazione sempre più complesse e
rapporti sempre più differenziati e ricchi di sfumature, che saranno poi
un’occasione di apprendimento emotivo, sociale e relazionale. In questa fase
dello sviluppo del bambino, le prime idee di autonomia e di esplorazione
prendono sempre maggior corpo e si iniziano a formare le prime emozioni
personali e la “teoria della mente”, ossia la capacità di immaginare lo stato
emotivo di un’altra persona.
Il bambino
capisce fin da subito l’importanza e “il potere” delle emozioni che prova e ne
fa uno strumento di comunicazione con il mondo esterno, usando principalmente
il corpo, i gesti, la mimica facciale e tutte quelle modalità comunicative che
sono influenzate dalla creatività, dalla fantasia e dalla curiosità.
La scuola
dell’infanzia diventa così “il teatro” dove le emozioni vengono sentite,
sperimentate, espresse e comunicate, in un momento di passaggio evolutivo in
cui il bambino inizia ad essere più autonomo dal nucleo familiare e viene
proiettato in una realtà dove l’interazione con gli altri bambini, che hanno
gli stessi bisogni e che reclamano le stesse attenzioni, offre allo stesso
tempo una “frustrazione necessaria” per la crescita, ma anche una possibilità
di rispecchiamento e di scambio di emozioni nuove e inespresse.
Ecco che
la scuola dell’infanzia viene ad assumere un ruolo fondamentale nella genesi di
quella che oggi chiamiamo “intelligenza emotiva”, intesa come la capacità di
riconoscere, rispettare e mettere in parola il mondo dei sentimenti e delle
emozioni, per imparare a sviluppare in modo globale il funzionamento mentale e
la comprensione della realtà, per far crescere le competenze sociali e
relazionali, per dare una risposta, in termini di empatia e di aiuto, ai
problemi e alle difficoltà dell'altro.
L’intelligenza
emotiva è la capacità di riconoscere ed esprimere attraverso il linguaggio i
sentimenti, che scorrono fluidi, veloci, spesso messi da parte o sottovalutati.
É la capacità di dialogare con le emozioni per controllarle senza reprimerle e
senza far finta che non esistano.
La scuola
dell’infanzia acquista un alto valore espressivo, come se fosse un laboratorio
fantastico in cui i bambini attraverso percorsi individuali e collettivi
“producono” emozioni e le esprimono, arricchendo sempre di più e rendendo più
raffinata la loro competenza emotiva e quella degli altri bambini.
La
competenza emotiva possiamo così dire che sarà il primo obiettivo di questo
libro: solo imparando a riconoscere correttamente le emozioni in noi stessi e
negli altri e ad esprimerle in modo socialmente accettabile, il bambino può
entrare in relazione con le proprie parti di sé e con l’altro.
In questo
libro ci si propone di parlare delle emozioni del bambino nella scuola
dell’infanzia e di aiutarlo, attraverso delle attività ludiche e operative, a
comunicare e riconoscere nell’altro gli stati emotivi.
Gli
insegnanti, attraverso giochi espressivi e basati sulla partecipazione, saranno
in grado di strutturare un percorso con le emozioni primarie che sia efficace
al loro riconoscimento e condivisione, in vista dell’acquisizione di abilità
sempre più complesse ed astratte, basate sulla comunicazione grafica e scritta.
Attraverso
gli strumenti della fiaba, del gioco, della canzone e del mimo, gli insegnanti
accompagneranno i loro bambini alla scoperta della propria interiorità e di
come questa può essere resa sempre più colorata, ricca e con tante sfumature,
preziose per se stessi e per gli altri.
Educare
alle emozioni significa in prospettiva anche educare all’affettività,
all’incontro con l’altro e alla condivisione del proprio mondo interno, delle
proprie immagini e del proprio mondo simbolico.Il lavoro dovrà
essere strutturato in tappe fondamentali e acquisizioni graduali per
raggiungere alcuni obiettivi che sicuramente mostreranno i loro benefici a
lungo termine.Tra
questi:
- riconoscere ed interpretare la proprie
sensazioni, le proprie emozioni, i propri sentimenti in relazione a sé stessi,
agli altri, alla realtà circostante.
- acquisire strumenti per gestire le proprie
emozioni allo scopo di comunicarle ai coetanei e agli adulti più vicini
(genitori, insegnanti, amici e compagni)
- acquisire strumenti per risolvere problemi
personali e relazionali cercando soluzioni e alternative, anche cercando
l’aiuto degli altri.
- sviluppare atteggiamenti di interesse e di
rispetto per i sentimenti altrui.
- sviluppare atteggiamenti di apertura e
condivisione dei problemi propri, dei compagni e dei familiari.
- sviluppare sentimenti di attenzione ed
interesse per i problemi di altri popoli e per le culture diverse dalla
propria.
In questo
testo, vengono attribuiti ruoli e funzioni differenziate agli Esercizi, alle
Canzoni e alle Schede operative.
Negli
Esercizi il bambino e l’adulto costruiscono un percorso graduale di conoscenza
ed espressione delle emozioni, che dura tutto l’anno e li unisce, dando luogo a
più momenti di conoscenza e vicinanza reciproca.
Questi
esercizi non sono da eseguirsi rigidamente e possono essere proposti anche da
chi non è un insegnante. La crescita e il benessere emotivo sono ormai
argomenti molto centrali nell’attenzione di insegnanti, genitori, amici, che
possono avvicinarsi con curiosità alla sfera emotiva del bambino, dando luogo
ad un apprendimento su se stessi, che costituirà un percorso che li accompagna
per tutta la vita e che diventa parte integrante della costruzione della loro
identità.
Questi
esercizi non impegnativi consentono al bambino di iniziare a padroneggiare le
proprie emozioni e di pensare ad una parte di sé finora poco conosciuta.
L’adulto,
essendo molto coinvolto in questo percorso di accompagnamento, acquisisce una
diversa conoscenza del bambino. Anche se è il bambino il primo “attore” della
crescita emotiva e del consolidamento della sua intelligenza emotiva, questi
esercizi possono offrire dei buoni spunti di riflessione anche a chi li propone
ai bambini.
L’adulto
infatti viene anche inserito in molti esercizi come un “modello” a cui il
bambino può fare riferimento quando è confuso su un’emozione o quando ancora è
in una fase iniziale di apprendimento dei propri strumenti espressivi.
Nelle
Canzoni, si propone al bambino una modalità espressiva diversa per familiarizzare
con alcuni aspetti singolari delle emozioni. Attraverso i suoni e la parola,
l’attenzione viene posta sul ruolo del corpo nella percezione e
nell’espressione delle emozioni e sulla infinite modalità che esistono per
farle vedere agli altri. Nelle canzoni sono più volte enfatizzati i temi della
naturalezza e dell’unicità, proprio per sottolineare che attraverso
l’espressione vocale, al bambino è offerto un altro strumento per conoscersi e
sentirsi a suo agio con il proprio corpo e le sue emozioni. L’unicità è
importante da trasmettere ai bambini, che si sentono rassicurati dal sapere che
le emozioni belle o brutte sono elementi che accomunano adulti e bambini;
prendono così fiducia in se stessi, proprio dall’apprendere come esprimere se
stessi in maniera individuale e in un contesto di pari.
Nelle
Schede operative sono presentati sia i disegni che i lavori manuali al fine di
coinvolgere molteplici modalità di apprendimento, che riescano a stimolare tutte le risorse del
bambino.
La
creatività è stimolata dalla composizione di disegni e di immagini a cui
associare contenuti relativi alle emozioni; ciò permetterà ai bambini di
fissare alcuni concetti e di vedere anche come gli altri interpretano in
maniera personale le emozioni.
Le Schede
spesso fungono da “guida” ad attività collettive che possono mettere a
confronto le differenze individuali nella percezione di alcune tematiche e la
capacità di confronto e sintesi che stanno via via acquisendo i bambini.
I piccoli
infatti, a partire da attività espressive e creative, sono invitati all’ascolto
e alla curiosità per l’incontro con il mondo degli altri, fatto di significati
ed emozioni del tutto peculiari.
Nel
Glossario sono descritti alcuni temi che riguardano l’infanzia e che possono
servire come primo approfondimento discorsivo per gli insegnanti, i genitori, i
nonni e tutte le persone che desiderano acquisire una maggiore consapevolezza
sul mondo dei bambini e sulle loro emozioni.
In questa
sede prevale un linguaggio semplice e immediato, proprio per stimolare la
curiosità e la comprensione degli adulti ad una maggiore conoscenza di temi che
non sono patrimonio degli specialisti.
Organizzazione
dell’opera e consegne
In questo
volume il lavoro sulle emozioni sarà associato a contenuti che tradizionalmente
sono trattati nella scuola dell’infanzia (Natale, Carnevale, Pasqua, le vacanze
estive, ecc.) attraverso giochi, favole, disegni, tecniche grafiche ed
espressive che consentiranno al bambino di prendere un contatto sempre maggiore
con i suoi contenuti interiori. Il lavoro sarà strutturato per tutta la durata
dell’anno scolastico e con una complessità che crescerà mese per mese.
In
particolare saranno trattate le emozioni primarie:
- felicità
- tristezza
- paura
- meraviglia
- rabbia
- disgusto.
Il lavoro
con il bambino è quindi finalizzato a:
- aiutare il bambino a distinguere le emozioni
attribuendo un nome ai propri stati interiori;
- insegnare a distinguere le sensazioni fisiche
dalle emozioni;
- allenare il bambino ad avere emozioni e
comportamenti differenziati mediante attività/giochi emotivamente educativi.
Saranno quindi favorite le attività basate sulla simulazione di situazioni da
affrontare sotto la guida di un educatore.
Per gli
insegnanti, il criterio seguito nel volume sarà rivolto a:
- rilevare e riconoscere l’emozione del bambino
nel momento in cui viene vissuta, sfruttando la situazione per allenare
emotivamente.
- ascoltare con empatia, assumendo il punto di
vista del bambino.
- aiutare il bambino a descrivere le emozioni
che sta provando, convalidando i suoi sentimenti.
- rivalutare la situazione che ha causato
l’emozione sotto un altro punto di vista, descrivendola al bambino con pensieri
sempre più complessi.
- favorire il raggiungimento di stati emotivi
più ricettivi, per pensare assieme al bambino come utilizzare al meglio le sue
risorse.
Nel testo
gli esercizi vengono presentati e divisi in un ordine crescente di complessità,
ma il lettore può adattarli a proprio piacimento, per trovare delle varianti o
di inventarne di nuovi.
Il
principio basilare è quello di personalizzare il lavoro secondo il proprio modo
di “essere nella classe” ed “essere con la classe”, mirando ad una gestione
armoniosa del singolo bambino e del gruppo.
Obiettivi
Sono
finalizzati al riconoscimento, all’espressione e alla condivisione degli stati
emotivi del bambino. Questi esercizi sono pensati e progettati in linea con il
livello di sviluppo emotivo e cognitivo che il bambino ha raggiunto nella
scuola dell’infanzia.
Anche se i
destinatari principali sono i bambini, l’insegnante ha un ruolo attivo ed è
pienamente coinvolto negli esercizi e nelle sedute.
In
particolare il coinvolgimento dell’insegnante è duplice: sia come conduttore
del gruppo, sia come persona, come “funzione adulta” che entra in relazione con
le emozioni del gruppo classe attraverso le sue.
Come
conduttore quindi è in grado di stimolare la produzione di immagini, emozioni e
contenuti personali sempre più ricchi.
Come
persona viene sollecitato e stimolato dalla produzione dei bambini, dalla
proprie risonanze emotive e dal lavoro di cui è contemporaneamente ideatore e
partecipe.
Tempi
Gli
esercizi possono essere eseguiti in qualsiasi momento della giornata; le uniche
indicazioni sono che non dovrebbero coincidere con momenti di stanchezza e che
dovrebbero essere sedute regolari. La pianificazione temporale infatti offre
dei vantaggi specifici, legati alla costanza che il bambino sperimenta
nell’esecuzione degli esercizi e nell’acquisire gradualmente consapevolezza che
le emozioni necessitano di momenti imprescindibili e personali per essere
riconosciute, espresse e condivise. Attraverso forme di lavoro strutturate in
giochi, disegni, storie e circle-time, saranno privilegiati diversi tipi di
apprendimento emotivo che saranno basati sull’attivazione di particolari
“canali” comunicativi che contribuiscono al totale sviluppo emotivo del
bambino.
La durata
degli esercizi sarà crescente per tutto l’anno. Come indicazione generale, sarà
preferibile scegliere lo stesso giorno per l’esercizio e dargli un nome
affinché i bambini possano identificarlo. Ripetere gli esercizi precedenti che
si sono dimostrati efficaci sarà una pratica utile.
Organizzazione
e spazi
Il lavoro
sulle emozioni non necessita di spazi grandi e tuttavia incontra le esigenze
strutturali delle scuole, dove pochi spazi e carenza di materiali sono spesso
realtà frequenti da osservare.
Tuttavia
il bambino deve essere messo in condizione di esprimere i contenuti grafici,
simbolici e ludici attraverso materiali, metodi e sequenze operative che sono
strutturate e pianificate e realizzate in luoghi predisposti. Sia che i bambini
siano seduti, in piedi o nel banco, essi seguono le indicazioni dell’insegnante
con l’obiettivo di spostare il focus dell’attenzione non sulle variabili
esterne e sugli stimoli che possono risultare disturbanti, ma sull’ascolto del
proprio mondo interno.
I
miglioramenti comportamentali dei bambini saranno apprezzabili e visibili in
pochi mesi ed anche l’insegnante avrà l’occasione di sviluppare maggiormente la
propria competenza emotiva personale.
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